giovedì 9 ottobre 2008
Dopo i gravi fatti dell'Albergheria
Dopo i gravissimi fatti dell’Albergheria, nessuno difende le forze dell´ordine, anzi tutti addosso: 'polizia boia', 'figli di p.', per non parlare delle scritte che si leggono sui muri del quartiere. Non solo: sono frequenti le manifestazioni contro la polizia, preceduti, accompagnati o seguiti da atti di messa a soqquadro dell’intero quartiere per protestare contro la morte accidentale dei due ragazzi che, di notte, correvano in senso vietato per sfuggire all´inseguimento di una volante della polizia chiamata per impedire un furto. Il mio timore è che tali rivolte possano essere messi in relazione con qualcuno o qualcosa, assoutamente estranei a nobili motivazioni, come appunto la pietà e il dolore per la morte dei due giovani. Ed ecco allora la folla inferocita contro i poliziotti e, anche in ambito politico, una levata di scudi generalizzata contro tutte le forze dell’ordine, accusate di un eccessivo zelo nel reprimere il crimine; comportamento che questa volta, si grida ad alta voce, ha prodotto un evento luttuoso e tragico. A dire il vero, qualche voce si è levata a difesa dei poliziotti, ma nei loro confronti non servono solidarietà formali; servono invece provvedimenti concreti che salvaguardino il ruolo dei vari corpi di polizia e ne rafforzino il loro carattere democratico. Inoltre, fatta salva la condanna senza appello di quei pochi, tra le forze dell’ordine, che si sono macchiati e si macchiano tuttora di gravi fatti di autoritarismo e repressione, occorre avere, nei confronti delle forze dell’ordine, una grande solidarietà; che ben venga quindi il ripristino dell´autorità (non il vecchio autoritarismo) dello Stato democratico di diritto (non di questo governo, beninteso!). I poliziotti, i vigili, i carabinieri rappresentano la mano autorevole dello stato, che si serve di loro per contrastare, come può, quella parte della società che vive nell’illegalità e spesso nel crimine.
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