venerdì 17 aprile 2009

APPLAUSI DI DESTRA


Sarà capitato a tutti, ai funerali di una vittima di mafia o di chi è stato vittima di un gravissimo atto di violenza, di notare questa nuova e perversa abitudine: applaudire all’uscita del feretro dalla chiesa o subito dopo il minuto di silenzio o al termine di un discorso commemorativo. Questo applauso, improprio e sciocco, è solo un modo come un altro per allontanare da sé l’idea della morte, il ricordo della violenza, l’atrocità e la bestialità di un delitto. L’applauso oltretutto non agevola la riflessione, la meditazione, i sentimenti, ma si riduce a un gesto compulsivo, senza una precisa valenza etica.

In merito a questa tematica, ecco cosa scrive una acuta ‘penna’ (http://grafomania.blog.kataweb.it/):

L´applauso facilita il lavoro di cavalcamento delle emozioni del politico, lo agevola, lo rende semplice. Fomenta il lavoro di distorsione del messaggio, evita l´analisi dell´accaduto. Le responsabilitá vengono cosí efficacemente ricondotte al caso particolare, al peculiare, al semplice. Il battito di mani salva ed apre carriere politiche. La gente che applaude viene sfruttata, viene sfruttata la sua ignoranza a riguardo dei messaggi che manda attraverso i media. Non sempre é cosí. Esistono ancora, fortunatamente, funerali canonicamente normali, nei quali il protagonismo della folla é assente. La sensibilitá é comune a diversi tratti personali, alle caratteristiche di uomini anche politicamente diversi. Non ci sono funerali di destra e di sinistra, ma é anche vero che, nella maggior parte dei casi, chi applaude ai funerali poi vota, o ha votato, Berlusconi. In questo senso l´atto del battere le mani ai funerali é specchio della nostra Italia. Ai funerali dei morti dell´Aquila e provincia, umanamente, intimamente, la folla piangeva in silenzio. L´effetto folla misura la forza del sentimento di commiato: piú potenza e la veritá del sentimento sono forti, piú si cerca di tenersele per se.

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