giovedì 26 marzo 2009

SUL TESTAMENTO BIOLOGICO


È in corso una specie di guerra del Vaticano contro, più o meno, il resto del mondo. Una guerra senza armi da fuoco, nella quale però si usano le armi non meno taglienti (moralmente) della dialettica e di concezioni assolutistiche con conseguenze gravi sulla vita delle persone. Al sondaggio pubblicato dal Journal du Dimanche possiamo affiancare quello pubblicato ieri da Repubblica dal quale si vede che la stragrande maggioranza degli italiani, cattolici compresi, sarebbero a favore di un testamento biologico con il quale disporre liberamente del proprio corpo. Anche chi diffida dei sondaggi non può non tener conto che i dati confermano per l'ennesima volta percentuali già in precedenza, e da più parti, accertate. In Italia questo scontro assume purtroppo anche contorni legislativi a proposito dei quali cito un piccolo ma significativo episodio verificatosi ieri in Parlamento. Il senatore Marino ha chiesto in aula al ministro Sacconi e al presidente Schifani di far comparire sul sito del Ministero, quale che sarà il testo finale della Legge sul testamento biologico, tutte le informazioni necessarie per orientare i cittadini. La risposta sarebbe forse stata favorevole se la sottosegretaria Roccella non fosse insorta reclamando a gran voce il "no". No è stato. Quando si arriva al limite di negare ai cittadini le informazioni utili a usufruire di un diritto, è chiaro che si è giunti ad un'atmosfera degna di una dittatura. Di fronte a questo sfacelo i vescovi italiani, dopo aver indirizzato una specie di diktat al Parlamento della Repubblica, non hanno trovato di meglio che alzare la voce contro la Francia. Chiaro che questa "guerra" è il segno della crisi profonda che attraversa la chiesa di fronte alla scristianizzazione del mondo. Altrettanto chiaro però che a farne le spese sono purtroppo i cittadini di questa povera Repubblica.
(Corrado Augias, laRepubblica 26.3.2009)

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