sabato 28 marzo 2009

La vera carità cristiana

Ho firmato di fronte all’avvocato, con mia moglie, le “volontà dei viventi”, come si chiamano qui negli Stati Uniti, espressione assai migliore di quell’orrenda formula italiana del “testamento biologico” che sembra un incrocio fra un detersivo e una bistecca. Un atto normale e banale, di razionalità e soprattutto di affetto per chi ti vuol bene, senza scandalo, prediche, anatemi, scomuniche. E l’avvocato, che per la verità era un’avvocata, mi ha raccontato una storia curiosa. Nell’ospedale del New Jersey, che per ovvie ragioni non nominerò, dove il marito, avvocato pure lui, presta settimanalmente servizio volontario di assistenza legale gratuita ai pazienti, un uomo molto anziano è caduto in coma profondo da ictus cerebrale e non si trovavano nè famigliari, nè custodi legali, nè testimoni che potessero attestare le sue volontà in caso di non coscienza. E’ intervenuto un prete, il cappellano cattolico di quell’ospedale gestito da una struttura cattolica, non da materialisti negatori mozzateste, per dire spazientito al legale, ai medici, ai dirigenti dell’istituto: “Ma non vedete che questo poveretto è già morto, abbiate pietà di lui”. Dunque è ancora possibile essere cristiani, cattolici, addirittura sacerdoti senza essere disumani.
(Vittorio Zucconi, laRepubblica.it)

Nessun commento: