domenica 7 settembre 2008

IGNAZIO LA RUSSA DIFFIDATO A VITA


Ignazio La Russa non potrá più seguire nemmeno una partita di briscola col morto che si terrá al bar di fronte casa sua. Lo ha stabilito la procura federale del Coni, dopo aver ascoltato le dichiarazioni del ministro ai danni del capo della Polizia, oltre che osservato attentamente i tratti somatici del ministro della Difesa.
Maroni, venuto a conoscenza dei fatti, ha espresso solidarietá al ministro di An: «Povero Ignazio, rimanere a casa la domenica non deve essere semplice ma sempre meglio che tornare nella sua Catania». L’esponente missino teme di esser vittima di un complotto organizzato dal capo della polizia con la complicitá del ministero degli Interni dopo le pesanti dichiarazioni dei giorni scorsi. Manganelli ha tenuto a precisare che oltre ad aver goduto davanti alla sentenza che ha colpito La Russa non ha fatto altro.
Parole di affetto al ministro sono arrivate dal centrosinistra. Il leader del Pd, Veltroni ha ipotizzato 10 partite a porte chiuse del Catania, a casa La Russa. «Serenamente – ha spiegato l’ex sindaco di Roma – verranno spostate macchine blu e vasi medievali. Stará nella sensibilitá dei calciatori non calpestare le cacche dei due mastini regalatigli da Bossi».
Ancora più esasperata la compassione della sinistra radicale. Così Paolo Ferrero ha commentato l’episodio. «Credo che in un qualsiasi Paese democratico debba essere garantita ad un cittadino qualsiasi la possibilitá di tifare per la propria squadra di calcio. L’ultrá appartiene ad una classe sociale disagiata. Noi di Rifondazione ci batteremo affinché queste persone frequentino gli stadi anche se forniti di fucile, bombe a mano e…». Il resto della dichiarazione non lo sapremo mai, il cronista preso da sgomento, gli ha tolto il microfono di bocca.

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