[…] Ogni giorno esce un trafiletto sulla scuola sempre della ministra Gelmini o di qualche suo estimatore che desta in me stupore e rabbia. Ci si è messo anche l’ex ministro Berlinguer a darle ragione come se lui non avesse fatto nulla per infierire si di essa come i suoi predecessori e i suoi successori: tutti con ricette belle e pronte per cambiarla, in meglio dicono, pur essendone fuori da secoli o non conoscendola affatto.
Vi ricordate il famoso concorsone di Berlinguer? Qual era lo scopo? Non me lo ricordo neppure… Ah, si: verificare la professionalità dei docenti e retribuirli di conseguenza. Era una prova scritta e l’avrebbe superata come al solito il più furbo, avendo saputo copiare l’argomento assegnato. Era talmente “stupido” (il concorsone s’intende) che vi fu un’opposizione talmente forte da creare un dissenso corale, organizzato anche dai sindacati vicini alle sue posizioni politiche e da tutti i docenti. Si può essere più ciechi di così? Ma dove vive questa gente? Su di un altro pianeta e guarda alla nostra scuola con un cannocchiale. Vede i particolari, ma non ha una visione globale dell’istituzione scolastica che con determinazione e competenza fa il suo lavoro e il suo dovere. E’ come visitare un bosco e dire che un albero sta invecchiando, mentre tutt’intorno nascono nuovi e vigorosi virgulti.
Adesso la Gelmini, dopo aver preparato il decreto legge sul docente unico, ha annunciato e sta preparando un altro decreto per l’accorciamento dell’orario scolastico nelle scuole superiori perché, sostiene, non è la quantità delle ore d’insegnamento a migliorare la scuola, ma la qualità. E che vuol dire? Chiedo a voi i lumi necessari per capire. Perché allora nelle fabbriche si chiede un orario più lungo e più flessibile? Io quando porto la mia macchina al lavaggio a mano non dico agli addetti: “Fate presto!” Ma che la puliscano e la lavino in tutte le sue parti, anche le più nascoste. Occorre più tempo, è vero, ma l’auto esce dal lavaggio più pulita e più lucente.
Sono esempi al limite del paradosso? Può darsi, ma l’idea è proprio questa: mettere in rilievo i paradossi degli altri, i quali non fanno altro che esprimersi per paradossi solo per dire stupidate e “meravigliare” con le loro uscite “paraintelligenti” i tanti gonzi che stanno lì ad ascoltarli a bocca aperta. Pare che la ministra sia un’amante delle classifiche; prima ha suddiviso gli insegnanti in buoni e cattivi, naturalmente buoni quelli del nord e cattivi quelli del sud, ora suddivide le materie in importanti e meno importanti o addirittura trascurabili. Qual è il criterio? Ho l’impressione fondata che si nutra di luoghi comuni, definendo l’italiano una materia importante, il che mi sembra talmente evidente da non spenderci nemmeno una parola per definirla un’incompetente di quattro cotte, e meno importante. Che cosa? La storia dell’arte, l’educazione fisica, la musica, ecc.? Posso permettermi di cambiare nome alla ministra? Invece di miss Gelmini, miss Ghigliottina? Perché da tutto questo deriva solo un ulteriore taglio alle classi e ai docenti. Eh che! A 33 anni, gentile com’è, si mette a fare la boscaiola?
Non si fa altro che denigrare la scuola, sempre per sentito dire, anche dagli analfabeti patentati solo perché i ministri o la ministra, presi dal sacro fuoco delle riforme, si consentono di dire quello che non hanno il diritto di dire, soprattutto per la loro ignoranza. Si butta continuamente fango su di essa e sui docenti senza sapere che vi operano fior fiori di insegnanti che hanno sostenuto concorsi, corsi di perfezionamento, master e anni e anni di lavoro sul campo. Certo che vi sono alcune difficoltà. Anche nelle migliori famiglie esistono le difficoltà vuoi economiche, vuoi psicologiche, vuoi di rapporti tra marito, moglie e figli. Anche nelle aziende ci sono le difficoltà. L’Alitalia è un luminosissimo esempio, determinato in buona parte proprio da questo governo. Che si fa? Si dichiara il fallimento? Si arriva alla bancarotta? Il buon senso suggerisce di mettere in atto tutti gli strumenti per evitare crisi e crolli irreversibili, altrimenti non si né un buon amministratore, né buoni genitori, né un buon ministro. Da un recente rapporto dell’ISTAT risulta che gli insegnanti di ruolo, ossia con contratto a tempo indeterminato negli ultimi anni sono diminuiti di oltre cinquantamila unità, mentre quelli a tempo determinato sono aumentati di circa settantamila. E non è vero che le classi sono formate da pochi alunni, anzi in questi ultimi tempi sono aumentate di numero, molte rasentano le trenta unità non in difetto, ma in eccesso. Solo nei piccoli centri c’è qualche acriticità in fatto di numeri. E che si fa? Le classi, anche se con pochi alunni, si sopprimono, creando più analfabetismo di quanto già non ve ne sia? Dov’è la ministra delle pari opportunità? Fa la “peripatetica” (nessuno si offenda se do della peripatetica alla ministra Carfagna. Socrate chiamava la “sua scuola peripatetica” perché l’insegnamento avveniva passeggiando, appunto) lungo le strade d’Italia per contare le prostitute che esercitano il mestiere più antico del mondo? Sapete quante classi si formerebbero? E non sarebbe neppure una cattiva idea!
Un docente ascoltato per radio stamattina diceva: “Ma ci lascino lavorare in pace! Non è possibile che chiunque arrivi al ministero dell’istruzione sia animato dal sacro fuoco del cambiamento credendo di far bene. E’ solo distruzione. Nient’altro!” Termino con le stesse parole, aggiungendo solo una piccolissima osservazione: la scuola è anche pane per tanti lavoratori! E’ una vergogna?
In: http://www.mentecritica.net/la-scuola-non-e-tutelata-tutti-le-stanno-addosso/il-bello-della-politica/lupoalburnino/6950/
Vi ricordate il famoso concorsone di Berlinguer? Qual era lo scopo? Non me lo ricordo neppure… Ah, si: verificare la professionalità dei docenti e retribuirli di conseguenza. Era una prova scritta e l’avrebbe superata come al solito il più furbo, avendo saputo copiare l’argomento assegnato. Era talmente “stupido” (il concorsone s’intende) che vi fu un’opposizione talmente forte da creare un dissenso corale, organizzato anche dai sindacati vicini alle sue posizioni politiche e da tutti i docenti. Si può essere più ciechi di così? Ma dove vive questa gente? Su di un altro pianeta e guarda alla nostra scuola con un cannocchiale. Vede i particolari, ma non ha una visione globale dell’istituzione scolastica che con determinazione e competenza fa il suo lavoro e il suo dovere. E’ come visitare un bosco e dire che un albero sta invecchiando, mentre tutt’intorno nascono nuovi e vigorosi virgulti.
Adesso la Gelmini, dopo aver preparato il decreto legge sul docente unico, ha annunciato e sta preparando un altro decreto per l’accorciamento dell’orario scolastico nelle scuole superiori perché, sostiene, non è la quantità delle ore d’insegnamento a migliorare la scuola, ma la qualità. E che vuol dire? Chiedo a voi i lumi necessari per capire. Perché allora nelle fabbriche si chiede un orario più lungo e più flessibile? Io quando porto la mia macchina al lavaggio a mano non dico agli addetti: “Fate presto!” Ma che la puliscano e la lavino in tutte le sue parti, anche le più nascoste. Occorre più tempo, è vero, ma l’auto esce dal lavaggio più pulita e più lucente.
Sono esempi al limite del paradosso? Può darsi, ma l’idea è proprio questa: mettere in rilievo i paradossi degli altri, i quali non fanno altro che esprimersi per paradossi solo per dire stupidate e “meravigliare” con le loro uscite “paraintelligenti” i tanti gonzi che stanno lì ad ascoltarli a bocca aperta. Pare che la ministra sia un’amante delle classifiche; prima ha suddiviso gli insegnanti in buoni e cattivi, naturalmente buoni quelli del nord e cattivi quelli del sud, ora suddivide le materie in importanti e meno importanti o addirittura trascurabili. Qual è il criterio? Ho l’impressione fondata che si nutra di luoghi comuni, definendo l’italiano una materia importante, il che mi sembra talmente evidente da non spenderci nemmeno una parola per definirla un’incompetente di quattro cotte, e meno importante. Che cosa? La storia dell’arte, l’educazione fisica, la musica, ecc.? Posso permettermi di cambiare nome alla ministra? Invece di miss Gelmini, miss Ghigliottina? Perché da tutto questo deriva solo un ulteriore taglio alle classi e ai docenti. Eh che! A 33 anni, gentile com’è, si mette a fare la boscaiola?
Non si fa altro che denigrare la scuola, sempre per sentito dire, anche dagli analfabeti patentati solo perché i ministri o la ministra, presi dal sacro fuoco delle riforme, si consentono di dire quello che non hanno il diritto di dire, soprattutto per la loro ignoranza. Si butta continuamente fango su di essa e sui docenti senza sapere che vi operano fior fiori di insegnanti che hanno sostenuto concorsi, corsi di perfezionamento, master e anni e anni di lavoro sul campo. Certo che vi sono alcune difficoltà. Anche nelle migliori famiglie esistono le difficoltà vuoi economiche, vuoi psicologiche, vuoi di rapporti tra marito, moglie e figli. Anche nelle aziende ci sono le difficoltà. L’Alitalia è un luminosissimo esempio, determinato in buona parte proprio da questo governo. Che si fa? Si dichiara il fallimento? Si arriva alla bancarotta? Il buon senso suggerisce di mettere in atto tutti gli strumenti per evitare crisi e crolli irreversibili, altrimenti non si né un buon amministratore, né buoni genitori, né un buon ministro. Da un recente rapporto dell’ISTAT risulta che gli insegnanti di ruolo, ossia con contratto a tempo indeterminato negli ultimi anni sono diminuiti di oltre cinquantamila unità, mentre quelli a tempo determinato sono aumentati di circa settantamila. E non è vero che le classi sono formate da pochi alunni, anzi in questi ultimi tempi sono aumentate di numero, molte rasentano le trenta unità non in difetto, ma in eccesso. Solo nei piccoli centri c’è qualche acriticità in fatto di numeri. E che si fa? Le classi, anche se con pochi alunni, si sopprimono, creando più analfabetismo di quanto già non ve ne sia? Dov’è la ministra delle pari opportunità? Fa la “peripatetica” (nessuno si offenda se do della peripatetica alla ministra Carfagna. Socrate chiamava la “sua scuola peripatetica” perché l’insegnamento avveniva passeggiando, appunto) lungo le strade d’Italia per contare le prostitute che esercitano il mestiere più antico del mondo? Sapete quante classi si formerebbero? E non sarebbe neppure una cattiva idea!
Un docente ascoltato per radio stamattina diceva: “Ma ci lascino lavorare in pace! Non è possibile che chiunque arrivi al ministero dell’istruzione sia animato dal sacro fuoco del cambiamento credendo di far bene. E’ solo distruzione. Nient’altro!” Termino con le stesse parole, aggiungendo solo una piccolissima osservazione: la scuola è anche pane per tanti lavoratori! E’ una vergogna?
In: http://www.mentecritica.net/la-scuola-non-e-tutelata-tutti-le-stanno-addosso/il-bello-della-politica/lupoalburnino/6950/