sabato 2 maggio 2009

UNA DICIOTTENNE PER SILVIO

L' affare veline ha molti aspetti che meritano attenzione. Per ragioni di spazio ne posso accennare due. Il primo è pubblico. Il presidente del Consiglio ha una convinzione, più volte ribadita, a proposito degli organi parlamentari e di governo: servono a poco, a volte risultano addirittura dannosi: fanno perdere un sacco di tempo. Fin dal primo governo (1994) molti uomini e donne collocati in posizioni chiave erano clamorosamente fuori posto. Per evitare ogni 'ciarpame senza pudore' ricordo un esempio alto: fare ministro per i Rapporti col Parlamento un uomo di scontro in prima linea come Giuliano Ferrara fu un evidente 'miscast'. Durò poco. L'uomo, a parte due o tre posizioni chiave, non bada a funzioni e competenze, riempie caselle, ripaga amiche e amici, soddisfa i suoi capricci. Per il resto conta soprattutto su se stesso divorato com'è dalla sua egolatria. Il risultato è che in quindici anni di vita politica, se si escludono alcuni provvedimenti di 'autotutela', non ha lasciato una sola impronta che possa definirsi non dico storica ma almeno significativa. Poi c'è l'aspetto privato, come minimo ha due facce. La moglie legittima, Veronica Lario, che ormai tratta con irata estraneità. Si deve presumere che solo il futuro patrimoniale e manageriale dei suoi tre figli (i due più grandi sono di un precedente matrimonio) impediscano una separazione definitiva. C'è infine Anna Letizia, mamma della diciottenne Noemi, la quale lancia messaggi ambigui: «Come ho conosciuto il presidente? Non chiedetemelo, per favore. Consentiteci un po' di privacy. Come persona, come famiglia e come madre. Le mie foto? No, non amo darle. Se vuole, può farle uscire lui, papi». Chissà perché Papi anche lei, come sua figlia.
(Corrado Augias, laRepubblica 1.5.2009)

Nessun commento: