FIRENZE - Non c´è pietà per chi sbaglia. Neppure in vacanza e dall´altra parte del mondo a un giapponese è concesso di cedere al vandalico desiderio di imbrattare con il pennarello un pezzetto di monumento per lasciare una traccia di sé, seppur disonorevole. Tornati in patria i "turisti della vergogna" vengono denunciati da connazionali indignati e severamente puniti. Ieri l´ultimo caso, il terzo scoperto in pochi giorni a Firenze, di un insegnante di trent´anni "pizzicato" a sporcare niente meno che il Duomo, simbolo della città e della sua storia. Adesso rischia di perdere il posto nella scuola superiore Tokiwa, nella città di Mito in cui allena la squadra di baseball, perché che cosa potrebbe insegnare ai ragazzi uno che in vacanza si comporta così? Non sarebbe certo un modello da imitare.
I cattivi esempi del resto abbondano. E´ proprio vedendo le tante scritte che già riempivano la terrazza panoramica della Cupola di Santa Maria del Fiore che nel febbraio scorso una studentessa giapponese ha impresso un autografo col pennarello indelebile: nome, data e iniziali della sua università, il Collegio Femminile di Gifu. In pratica una carta d´identità incisa sul marmo. Riferimenti precisi che un altro turista ha copiato per poter denunciare l´episodio appena tornato a Tokyo, con tanto di foto appositamente scattata per dare una prova concreta del reato ai dirigenti dell´istituto frequentato dalla ragazza, che ha immediatamente inviato scuse ufficiali all´Opera del Duomo offrendosi di risarcire il danno. «I soldi li abbiamo rifiutati», spiega il responsabile del servizio tecnico dell´Opera Paolo Bianchini. «Abbiamo personale assunto proprio per occuparsi ogni giorno di cancellare cuori infranti, dichiarazioni d´amore e graffiti di viaggio lasciati sulla Cupola. Ma il caso scatenato dal Giappone dovrebbe servire da esempio a tutti quegli italiani che considerano legittimo danneggiare le opere d´arte». La studentessa di Gifu alla fine se l´è cavata con una lavata di testa.
Ma la caccia all´uomo non si ferma, ormai sui due principali quotidiani giapponesi Yomiuri Shimbun e Asahi Shimbun - insieme vendono oltre 22 milioni di copie al giorno - gli appelli a fare la spia si stanno moltiplicando. La scorsa settimana altri tre studenti dell´università Sangyo di Kyoto hanno confessato di aver lasciato scritte e disegni in cima al Duomo. Anche loro incastrati da una foto che ritrae la scritta con i nomi, la data, la scuola. Sospesi per due settimane. «Vergogna» è il titolo dello speciale tv trasmesso dal canale nazionale Tvs6, che dedica ampio spazio alla vicenda. Di fronte a tanto clamore l´allenatore di baseball grafomane ha tentato un´autodifesa: «L´ho fatto senza pensarci tanto», spiega, «avevo sentito dire che chi scrive il nome su quella pietra ottiene felicità». Il preside dell´istituto non sembra intenzionato a comprendere le sue ragioni: «E´ stata una condotta sconsiderata», taglia corto. Da ieri l´insegnante è sospeso ma potrebbe anche venire licenziato in tronco. Nei suoi confronti l´assessore fiorentino Graziano Cioni, detto "lo sceriffo", non è tenero: «Scrivere sul Duomo di Firenze è una cosa vergognosa ma mi fa piacere che contro i giapponesi che compiono certi atti si sia creata una sollevazione di massa. Il rispetto per la città è un fatto di cultura, non serve mettere un vigile urbano ad ogni angolo. Mi auguro che ogni cittadino diventi sentinella di se stesso e degli altri». In Giappone funziona, da noi chissà.
martedì 1 luglio 2008
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