venerdì 14 agosto 2009

IN PRINCIPIO ERA IL VERBO ...MEDIATICO


In principio era il verbo mediatico: qualche invasato che diceva di aver sorpreso un extracomunitario che faceva la pipì nell’aiuola comunale o qualche megera nelle vesti di una signora per bene che malediceva i clandestini di tutte le razze e le età; in qualche intervista c’era pure qualche signorina di buona famiglia (?) che paventava, rincasando alle due di notte, un incontro ravvicinato di terzo tipo con qualche essere strano proveniente dall’altro capo del mondo. Poi è venuta questa legge sciagurata delle ronde. Ora c’è il problema di cosa far fare a questi ‘rondisti’ che girano di notte, in completo neo-nazista, e con un grande prurito nelle mani che impugnano delle mazze, e che vorrebbero invece delle calibro 7,65 per potere meglio ‘insegnare l’educazione’ a questi sporcaccioni che stanno rovinando il Nord Italia.

venerdì 31 luglio 2009

UN PUTTAN PARTY A PARIGI

In un locale parigino ha luogo il primo "puttan party all´italiana", con la D´Addario guest star e dedica, non si sa quanto canzonatoria e quanto celebrativa, "a Silvio". Vengono in mente i gadget sulla mafia, e tutta la dubbia allegria che circonda l´italianità deteriore. I lettori dei quotidiani di destra e gli ascoltatori di quasi tutti i telegiornali non lo verranno mai a sapere, ma il mondo sghignazza, e parecchio, sulle festicciole del nostro premier. Al pregiudizio antitaliano non pare vero trovare conferme così autorevoli della fanfaronaggine sessuale del maschio tricolore, cose da film con Buzzanca però trasferite nelle stanze delle istituzioni. Con dettagli che gli sceneggiatori di Buzzanca, per quanto scafati, nemmeno potevano intuire, perché ricambiare la disponibilità di una signorina con la promessa di un seggio europeo, o di qualunque altra carica politica, è cosa che strabilia perfino i più incalliti detrattori del signor B. Nonostante la progressiva abitudine al peggio, ogni volta che ci pensiamo ci viene male e ci viene rabbia, perché italiani anche noi e non disponibili a subire quel cliché umiliante. Ma non possiamo certo biasimare gli stranieri, che non essendo coinvolti possono tranquillamente scegliere, tra il tragico e il ridicolo, il ridicolo.

Michele Serra, la Repubblica 31lug2009

martedì 21 luglio 2009

VUOI RICICLARE ? NON C'E' POBBLEMA !!!


Tu dici ‘scudo fiscale’ e pensi subito allo Stato, che con una spada laser, tipo guerre stellari, si lancia contro i criminali e riciclatori di denaro sporco di tutte le risme. E invece lo Stato questa volta sceglie una spada di latta, come quella con cui si giocava da bambini. Il discorso è semplice. Dunque: “Tu hai soldi sporchi all’estero; bene, io Stato ti faccio il condono, cioè di dico di riportare i soldi in Italia e ti rilascio un bel certificato, in cui si dice che quei soldi sono puliti; io Stato per il disturbo mi prendo solo il 5-10%; pensaci bene perché, se affidi i soldi a una banca che ‘lava’ denaro sporco, gli devi dare minimo il 40%”. Lo Stato dunque diventa un … riciclatore di stato, e, anziché dare la caccia agli evasori dentro e fuori l’Italia (imposizione fiscale di minimo il 40%), e fare guerra a coloro che hanno proventi illeciti (contestazione di reati di mafia e di crimini vari), fa agli uni e agli altri due regali (primo: soldi in Italia e quindi a portata di mano; secondo: non perseguibilità dei reati ascritti). Così vanno le cose, mentre qualche boccalone, guardando il TG1, pensa che con lo ‘scudo fiscale’ entrerà in Italia una somma stratosferica, che metterà fine a tutti i nostri problemi di finanza pubblica e di criminalità organizzata.